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Gli avvenimenti storici più significativi e la storia della Comunità dalle origini ai giorni nostri.


 


Il 16 Dicembre 1627 Camandona divenne comune indipendente ed i primi anni della sua storia furono contraddistinti da gravi difficoltà di ordine economico: gli esborsi finanziari furono altissimi e certamente sproporzionati rispetto al tessuto economico-sociale del paese.

Fin dal 1530 esisteva però gia la Parrocchia di Camandona e quindi la primitiva chiesa, edificata appunto attorno al 1525, forse dai Cecidano con il concorso della popolazione di Camandona, allora alpe di Bioglio. I documenti che testimoniano i primi anni della nostra Parrocchia non sono copiosi; tra i primi troviamo i registri di battesimo che portano la data del 1594.

Certamente però la prima chiesa edificata a Camandona fu l’oratorio di borgata Governati che porta la data del 1342.

Le condizioni di vita dei Camandonesi non subirono dei miglioramenti per molto tempo, anzi furono ancor più aggravati a seguito della violenta epidemia di peste del 1630.

Non certo forieri di tranquillità e di benessere furono gli avvenimenti che interessarono il paese negli anni che vanno dal 1630 al 1650 circa; anche se marginalmente, la giovane comunità risentì senz’altro degli episodi che contrassegnarono la storia del Ducato di Savoia di quell’epoca.

Dopo il 1650 ed anche per tutto il secolo successivo, gli avvenimenti che scandirono la vita dei Camandonesi furono pochi e di non eccessivo interesse storico.

La nostra popolazione continuò a vivere solo di riflesso i grandi avvenimenti legati al Piemonte, al Ducato di Savoia ed alla delicata e difficile politica da questo seguita per sopravvivere tra le potenze Francesi e Spagnole.

Il nostro paese fu spesso adoperato come base logistica di truppe e contingenti militari.

Ricordiamo a titolo informativo che nel 1707 Camandona, come la maggior parte dei comuni montani biellesi, ospitò truppe Francesi che, dopo la vittoria sui Piemontesi, erano entrate nel Biellese acquartierandosi per l’inverno.

Nel 1722 il territorio di Camandona fu smembrato dal feudo di Mosso, inizialmente retto dal Conte di Verruca, ed il 26 Agosto divenne feudo indipendente, retto, con il titolo di Conte, da Giovanni Battista Marchisio.

Attorno alla metà del secolo XVIII°, la comunità di Camandona, per lo più formata da una popolazione con reddito pro capite molto basso, in virtù di una proprietà fondiaria forse eccessivamente frazionata e di un modesto artigianato, conosce ciò nonostante un buon incremento demografico tanto che nel 1740 si contano più di 1700 abitanti.

L’economia locale si regge sui modesti frutti della terra e sulle attività di carattere artigianale; gli abitanti ancora non pensano ad emigrare alla ricerca di condizioni di vita migliori nei paesi della vicina Savoia.

La fine del secolo,con tutti gli eventi che su scala europea si collegano alla Rivoluzione Francese, segna anche per il nostro paese l’inizio di una nuova fase storica i cui fermenti sociali, economici e culturali non tardano a farsi sentire.

Al termine della prima campagna Napoleonica, la comunità dei Camandonesi con a capo il Presidente Guelpa Bernardo innalzò l’Albero della Libertà sulla piazza della chiesa:era il 15 dicembre 1798.

La calata delle armate napoleoniche comportò anche l’occupazione del Biellese e il nostro Comune venne incluso del “Departement de la Sesia”.


Il 14 Agosto 1800, anno 8° Repubblicano-26 Termidoro, si decreta la nascita della nuova Municipalità di Camandona.

Caduto l’Impero Napoleonico e subentrata la Restaurazione, il paese nel 1821 venne compreso nel Mandamento di Mosso.

Occorre a questo punto della storia di Camandona aprire una importante parentesi sul fenomeno emigratorio che coinvolse a più riprese gran parte della sua popolazione. In questa prima fase, fino a circa il 1850, il periodo di emigrazione coinvolgeva solo la popolazione maschile nel periodo primavera-estate ed era per la più rivolto alla vicina Savoia.

Solo successivamente si crearono vere colonie di Camandonesi come in Transwaal o in Canada.

Gli avvenimenti che segnarono il Risorgimento costituirono legittimo motivo di orgoglio anche per Camandona: molti dei suoi figli si fecero onore sui campi di battaglia ed in particolare nella battaglia di Novara del 1850 e nella seconda Guerra d’Indipendenza del 1866.

Nell’ultimo quarto del secolo scorso e nei primi anni del ‘900, Camandona, pur interessata da un fenomeno migratorio sempre più consistente, raggiunse ciononostante il suo massimo sviluppo demografico ed un certo benessere.

Fu più una evoluzione economica e sociale che portò il paese a vivere abbastanza marginalmente i problemi dell’Unità d’Italia con le relative e complesse alleanze e guerre.

I censimenti registrati  fine secolo riportano: anno 1875 con 1841 abitanti, anno 1881 con 2410 abitanti, fino a toccare il massimo storico per Camandona nel 190: 2520 abitanti! Naturalmente questo numero comprese tutti i residenti effettivi e quindi per valutare la reale consistenza della popolazione presente occorre sottrarre 642 maschi assenti, su di un totale di 1262, che per motivi di lavoro sono emigrati all'estero.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, per Camandona, come del resto per molti altri Comuni con forti e costanti movimenti migratori, la partenza per il fronte di molti suoi uomini, a volte sposati e padri di numerosi figli, unico sostegno economico della famiglia, comportò un vero dramma.

Alto fu il contributo di Camandona in uomini ed in valore alla vittoria tanto desiderata: 28 caduti.

La gravissima crisi economica che colpì l’Italia negli anni successivi portò anche molti nostri paesani sull’orlo della miseria.

Il necessario fenomeno migratorio fu questa volta ancora più grave che in passato, in quanto non solo gli uomini se ne andavano, ma anche le loro famiglie li seguivano, accompagnandoli in America, in Africa e soprattutto in Savoia.

Nel censimento del 1921 gli abitanti erano scesi a 1475, nel 1931 gli abitanti residenti scesero ancora a 1292, di cui però 452 "assenti per lavoro".

L’avvento del Fascismo non portò grossi sconvolgimenti: non mancarono tuttavia, nella fase di transizione dal regime parlamentare alla dittatura, i segni che questa grande mutazione comportò.

Il Consiglio Comunale fu costretto a dimettersi il 25 Agosto 1922 e venne nominato il Commissario Prefettizio.

Attorno al 1935, incominciò a farsi sentire un certo movimento “di rientro” dei nostri compaesani.

L’industria tessile biellese si andava riaffermando ed aveva necessità di reperire manodopera; Camandona, alle soglie degli anni ’40, si presentava con una popolazione di 862 abitanti effettivamente presenti.

Nel 1934,nella località detta "Meut", sorse l'Asilo "Clelia Ferrua",su progetto dell'ing. Grupallo.L'artefice di quest'opera fu Padre Carlo Mino,di origini camandonesi per parte di mamma.All'epoca era considerato il migliore tra quelli esistenti nel Biellese.

Quando la speranza di trovare negli opifici la tranquillità economica e sociale per molti anni cercata pareva concretizzarsi, ancora una volta gli abitanti furono travolti dalla immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale.

Dal 1940 al 1943 Camandona visse la tragedia della guerra con le sue ansie, i suoi timori e le sue immense difficoltà economiche.

Caduto il regime fascista, il paese vide affluire nei suoi monti numerosi soldati ed ufficiali a seguito dello sbandamento di quasi tutte le unità del nostro esercito.

Alcune di esse contribuirono a formare le prime bande partigiane al Bocchetto Sessera e al Bast.

Camandona fu una forte base per le forze partigiane presenti nel Biellese e dovette subire undici rastrellamenti tedeschi, alcuni dei quali su vasta scala come quello del dicembre ’43 e del febbraio ’44.

Ma la giornata più lunga Camandona la visse il 28 luglio 1944 con un grande rastrellamento che portò a rinchiudere 35 ostaggi nel Palazzo Comunale.Il nostro paese dette il suo contributo di sangue e vittime alla Seconda Guerra Mondiale.

I nomi dei nostri 9 caduti furono scolpiti sul Monumento dei Caduti,nella piazza della Chiesa,rinominata Piazza dei Caduti.

Terminata la guerra Camandona, ancorché non colpita da irreparabili distruzioni, dovette ricominciare a lottare per la sua ripresa economica.

Un primo importante passo per la ricostruzione civile lo si fece il 31 Marzo 1946, quando furono indette le elezioni amministrative (che portarono alla elezione di Sindaco di Bianco  Rito), seguite poi dalla elezioni politiche (primo partito a Camandona il Partito Socialista) e dal Referendum per la Costituente del 2 giugno (Voti a favore della Repubblica: 357; voti a favore della Monarchia: 201).

Il 25 luglio 1952, in seguito all’approvazione della legge con la quale si predisponevano gli strumenti e gli organismi per la rinascita montana, nel Biellese si costituì il Consorzio di Bonifica Montana nell’ambito del comprensorio del torrente Cervo e dei suoi affluenti e in questo comprensorio entrarono 48 Comuni tra cui Camandona.Il 25 Novembre 1957 la Commissione Censuaria Provinciale stabilì le Comunità Montane e il nostro paese entrò a far parte della Comunità Montana Valle di Mosso.

Grande evento per la comunità camandonese fu la costruzione della diga, in località Molino Vittorio, nel 1953,con lo scopo di consentire una regolare erogazione d'acqua per uso industriale agli stabilimenti della Vallestrona.

Gli elaborati progettuali furono opera dell'ing. Claudio Marcello di Milano e la costruzione venne eseguita dalla ditta Recchi.

La capacità dell'invaso è di circa 500.000 metri cubi d'acqua.

Un fatto storicamente importante per la nostra Comunità fu la tanto sospirata aggregazione di Pianezze a Camandona, ottenuta con Decreto del Presidente  della Repubblica in data 16 Dicembre 1964.

Fu il coronamento di una vicenda che si protrasse per quasi cento anni e che stabilì ufficialmente il distacco di Pianezze dai Comuni di Bioglio, Pettinengo e Valle S.Nicolao.

All'inizio degli anni '60, in presenza di una significativa espansione dell'industria tessile, inizia nel Biellese, e in particolare a Camandona, un fenomeno comune a molte vallate prealpine: gli abitanti dei paesi di montagna si trasferiscono nei Comuni di pianura o della bassa valle.

A questo fenomeno di inurbamento nei grossi centri di pianura fa riscontro un abbandono sempre più preoccupante delle nostre zone montane.

Camandona, nel decennio 1965/1975 subisce un decremento pari  a -27,2%.

I successivi censimenti non fanno che confermare i dati di spopolamento, tanto che, nel 1971, sono censiti 647 abitanti.

In quello del 1981 si rilevano 485 abitanti: su questa cifra ci si stabilizza anche negli anni immediatamente successivi.



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